Vai ai contenuti

Liturgia dalle origini ai giorni nostri - Chiesa Cristiana Evangelica Battista

Salta menù
Salta menù

Liturgia dalle origini ai giorni nostri

La Parola > Studio
Salta menù

LA LITURGIA CRISTIANA DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI:


CULTO: dal latino colere (coltivare)
Mediante il culto coltiviamo la nostra relazione con Dio
LITURGIA: laos (popolo) ergon (azione)
La liturgia è l’azione della comunità cristiana riunita nel culto: azione di lode, adorazione, ascolto, ringraziamento…

     
      

1) DAL CULTO NEOTESTAMENTARIO ALLA MESSA CATTOLICA
Non esiste una liturgia originale cristiana da utilizzare come modello
Leggere Atti 2:42; 1Corinzi 14:26; Efesini 5:19-20; Colossesi 3:16
Dai suddetti testi emerge che il culto delle prime comunità cristiane era costituito dai seguenti elementi:
1.       Ascoltare gli insegnamenti degli Apostoli (commentare la Bibbia per annunciare Cristo)
2.       Pregare (preghiere comunitarie)
3.       Cantare a Dio con salmi, inni (comunitari), cantici spirituali (composizioni personali)
4.       Condividere i carismi (profezia, lingue, testimonianza, esortazione)
5.       Rompere il pane (Cena del Signore: la condivisione del pane e del vino in memoria del sacrificio di Cristo agli inizi avveniva nelle case nel contesto di un pasto comune, simile alle nostre agapi. Questo culto domestico era già praticato molto probabilmente nel “giorno del Signore” ossia la domenica, giorno della resurrezione di Cristo (Ap 1,10))
La confessione di peccato è un altro elemento liturgico che riscontriamo dagli inizi del II secolo, attraverso un antico e autorevole scritto cristiano risalente al 150 d.C. e attribuito ai 12 apostoli:
“Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato i vostri peccati” Didachè (XIV,1)

DALL’ANTICO CULTO CRISTIANO ALLA MESSA CATTOLICA ROMANA: Ite, missa est = "Andate, l'assemblea è congedata". Formula di congedo che nel rito latino chiude la Messa.
La Messa a partire dal IV sec.
         La cena del Signore (eucarestia) diventa il momento centrale del culto e comincia ad essere intesa come la ripetizione incruenta del sacrificio di Cristo;
         Si elevano barriere tra l’altare e il popolo (con l’abside riservato al clero);
         Il sacerdote celebra di spalle al popolo (su un altare posto contro la parete, di fronte al tabernacolo);
         Si passa dal greco al latino (Solo dopo il Vaticano II si tornerà alle lingue del popolo e sacerdote celebrerà di fronte ai fedeli);
•          Arricchimento sfarzoso dei paramenti (e anche degli oggetti sacri, con uso di candele, incenso ecc.);
•          Introduzione di libri liturgici (messale, breviario…);
•          Si introducono Preghiere a Maria, ai santi  e al clero e le preghiere per i morti;
•          Introduzione dell’organo;

2) LA LITURGIA RIFORMATA
 
La liturgia Riformata nasce dalla riforma della liturgia medioevale del cattolicesimo romano.
 
La predicazione e non più la Cena è il centro del culto. Il culto viene spogliato dallo sfarzo tipico della messa. Il pastore celebra di fronte al popolo. Eliminazione del culto dei santi e delle reliquie.
 
Schema liturgico Riformato:
 liturgia di apertura (20 min.)
 liturgia della Parola (20 min.)
 liturgia di chiusura o della Cena (20 min.)

3) LA LITURGIA NEL NOSTRO TEMPO
 
Equilibrio tra ritualità e spontaneità.
 
Ritualità senza spontaneità = formalismo religioso
 
         Rituale ripetitivo e noioso;
         Spaccatura fra chi presiede e chi assiste;
         Culto freddo senza alcun coinvolgimento personale.
=         IDOLATRIA DELLE FORME (concentrazione eccessiva sulle forme esteriori a discapito dei contenuti: Luca 20,45-47)
 
Spontaneità senza ritualità = spiritualismo soggettivistico
 
         Disordine e confusione;
         Mancanza di un filo conduttore;
         Concentrazione sull’esperienza personale anziché sulla Parola.
=         IDOLATRIA DELLE EMOZIONI (il primo posto viene preso dal piacere emotivo anziché dalla Parola: 1 Corinzi 14,26-33.39)
 
Tra tradizione e innovazione
 
Ecclesia reformata semper reformanda secundum Vermbum Dei
 
a)         Relazione con Dio: fedeltà alla sua Parola (Sola Scrittura)
 
b)         Relazione col mondo: annunciare l’evangelo ai nostri contemporanei con un linguaggio a loro accessibile e comunicativo.
 
Liturgia e tecnologia
(amplificazione, strumentazione musicale, power-point…)
 
Liturgia e arte
1.         Canto: comunitario; a due voci; solista…
 
2.        linguaggio del corpo: noi non comunichiamo solo con le parole ma anche con il corpo. In che modo..? (alzarsi e sedersi; chinare il capo durate la preghiera; il gesto della benedizione; battere le mani; canti mimati; danza liturgica…)
 
3.         Arti figurative: la tradizione Riformata ha abolito le immagini: noi siamo contro le immagini sacre usate a scopo di venerazione o usate come veicolo per rapportarci al Signore. Gli ebrei non costruivano immagini a scopo di culto ma avevano immagini decorative: pensiamo ai due cherubini sull’arca dell’alleanza. Sono anche state scoperte antiche sinagoghe con affreschi… Il cristianesimo primitivo usava l’immagine a scopo didattico e pedagogico in un’epoca di analfabetismo. Anche noi oggi possiamo usare l’immagine allo stesso scopo…

 
Liturgia e musica
(dovremmo fare come Lutero che scrisse inni sulla base delle melodie medioevali della sua epoca)
Come possiamo rinnovare le nostre liturgie rimanendo fedeli allo spirito della liturgia Riformata..?
Come abbiamo visto, non esiste uno schema liturgico biblico.
 
Dal N.T. sappiamo che i primi cristiani si ritrovavano assieme nelle loro case (presumibilmente il primo giorno della settimana) per spezzare il pane, per leggere le Scritture ebraiche e per ascoltare gli insegnamenti degli Apostoli, per pregare e per cantare assieme.
 
All’epoca della Riforma, i Riformatori riformarono la liturgia cattolica rivedendola alla luce delle Scritture e depurandola da tutti quegli elementi che non erano fedeli al messaggio biblico:
 
1)         I Riformatori non ricominciarono da zero ma riformarono la liturgia cattolica che avevano ereditato… alla luce del messaggio biblico…
 
Nel nostro tempo, siamo chiamati a rinnovare la liturgia Riformata che abbiamo ereditato, rimanendo fedeli al messaggio biblico e alla tradizione apostolica;
 
2)         I Riformatori, ritornando a celebrare nella lingua del popolo, resero la liturgia accessibile a tutti…
 
E anche noi oggi non possiamo predicarci addosso (usando un linguaggio e degli schemi che riusciamo a capire solo fra di noi) ma siamo chiamati a far sì che le nostre liturgie sappiano comunicare il messaggio evangelico alla gente del nostro tempo:
 
a)         prestando attenzione al linguaggio,
b)         prestando attenzione al giusto equilibrio tra ritualità e spontaneità;
c)         facendo un uso intelligente della tecnologia;
d)         abbinando l’immagine al linguaggio;
e)         facendo uso di generi musicali accessibili alle giovani generazioni, senza che i testi musicali ricadano nella banalità…
 
Verso una liturgia contestuale all’insegna della condivisione: Una liturgia contestuale è:
 
1)         una liturgia ben inserita nel proprio tempo e nel proprio spazio: che tiene conto dei destinatari che ne prendono parte;
2)         una liturgia che non è calata dall’alto: ma che è preparata dal basso, dalla comunità!
3)         Una liturgia che coinvolge: a cui non si assiste passivamente ma a cui si partecipa…
4)         Una liturgia che valorizza i doni presenti in una comunità...

                                       

2007 CCEBC aggiornato al 12/11/2025
Torna ai contenuti